Orson Welles in una famosa scena di Quarto Potere (1941)

Quarto Potere (Citizen Kane, 1941) è uno dei film più importanti della storia del cinema. Forse, addirittura il film par excellence, talmente rilevante che François Truffaut dichiarò di appartenere “a una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto potere. Non esiste cinefilo accanito che non ne sia innamorato o studente di cinema che non lo abbia studiato fino alla nevrosi. Da quasi ottant’anni le vicende del ricchissimo magnate dell’editoria Charles Foster Kane e della sua misteriosa Rosabella non smettono d’intrattenere, coinvolgere ed emozionare, annoverando il capolavoro diretto e interpretato dal leggendario Orson Welles tra i classici imperdibili e intramontabili. Hollywood Reporter lo colloca al terzo posto nella sua classifica dei 100 film migliori di sempre.

Tuttavia, per quanto fondamentale durante tutto il processo di produzione del film, non è giusto attribuire a Orson Welles tutto il merito: se il cinema è un gioco di squadra, il capitano Welles si è rivelato formidabile nella scelta del suo team, soprattutto per quanto riguarda lo sceneggiatore Herman J. Mankiewicz (premio Oscar nel 1942).

È proprio sulla storia della creazione di questa copiosa ed enigmatica sceneggiatura che si concentra Mank (2020), lungometraggio diretto da David Fincher (Fight Club, Il Curioso Caso di Benjamin Button, House of Cards) sbarcato su Netflix il 4 dicembre.

“Non si può cogliere l’intera vita di un uomo in sole due ore. Il massimo che puoi sperare è dare l’impressione di averlo fatto.”

Herman J. Mankiewicz, MANK (2020)

Ho sempre trovato molto affascinante la criptica vulnerabilità di Charles Foster Kane. “Un’autorità su come far pensare la gente” , potente, influente e facoltoso, ma allo stesso tempo fragile ed insicuro, incapace di amare (“se non alle sue condizioni”) e disperatamente umano . Un personaggio costruito a regola d’arte, talmente imperfetto da inculcare nello spettatore il dubbio che sia ispirato a qualcuno di reale. È lo sceneggiatore di Mank Jack Fincher (padre del regista) a svelarci l’arcano attraverso la sua versione della storia della lavorazione di Quarto Potere. Il Cittadino Kane non è, infatti, il mero frutto di un intricato lavoro di fantasia: Mankiewicz lo ha liberamente ispirato a William Randolph Hearst, suo conoscente diretto e padre – insieme a Josh Pulitzer – del giornalismo scandalistico.

È impossibile parlare del film di Fincher senza fare i conti con il filo rosso che lo tiene saldamente legato al film di Welles. Questo avviene non solo perché, chiaramente, la trama di Mank si snoda attraverso continui riferimenti a Quarto Potere, ma anche perché racchiude e custodisce scaltramente palesi ed assidui omaggi al suo antenato. Ed è, paradossalmente, proprio quest’interconnessione inscindibile ad evidenziare le grossolane mancanze di un tributo nostalgico che non delude, ma che manca del retrogusto dell’Hollywood che non c’è più.

La bravura di Fincher non si discute, come non si mette in questione il talento del cast – nel quale brilla della sua luce più viva il fenomenale Gary Oldman –. Ciononostante, ad un occhio attento non sfuggirà che dietro l’ammirevole tentativo di replicare gli usi, i costumi e le tecniche della vecchia Hollywood si cela una sceneggiatura tendenzialmente monotono e a tratti confusionaria, che non ha nulla a che spartire con quella ricca di suspense che segna il giallo sulla vita di Kane.

Rimane comunque un film piacevole e stuzzicante, un’interessante e – tutto sommato – ben costruita (e ben recitata) storia di fondo di ciò che ha condotto alla creazione di un grande classico senza tempo.

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MANK (2020)

Durata: 131 min
Genere: drammatico, biografico
Regia: David Fincher
Paese di Produzione: USA
Afrodiciamo: 3.5/5

QUARTO POTERE (1941)

Durata: 119 min
Genere: drammatico
Regia: Orson Welles
Paese di Produzione: USA
Afrodiciamo: 5/5

M.