Quella Notte a Miami…
VS
Ma Rainey’s Black Bottom e The United States vs Billie Holiday

Buonasera, cari amici!
Vi state riprendendo dal vostro pranzone ipercalorico? Quante fette di colomba farcita avete ingurgitato?
Mentre cercate disperatamente di farvi passare l’abbiocco post pranzo di Pasqua e vi preparate psicologicamente al round 2 di domani, torno con il terzo articolo dedicato ai film protagonisti dell’award season 2021. Dopo gli articoli che hanno visto protagonisti Una Donna Promettente vs. La vita davanti a sé (se ve lo siete perso lo trovate qui) e Nomadland vs. Elegia Americana (che trovate qui), questa settimana la mia rubrica dei promossi👍 e bocciati👎 si concentra su un triangolo di film biografici e drammatici uniti dal legame con la comunità nera e –chi più, chi meno– col mondo della musica.

Quella Notte a Miami… (2020)

dir. Regina King

© immagine La Voce di New York

Pulito, diretto, coinvolgente. Ha colpito nel segno Regina King – al suo debutto dietro la macchina da presa–, che optando per la semplicità è riuscita a dirigere un film coinvolgente ed efficace. Parliamoci chiaro, però: Quella Notte a Miami… (lit. One Night in Miami…) non è un film per tutti. È, piuttosto, un film per i pochi che riescono a rimanere concentrati davanti al loro schermo Amazon Prime per due ore filate, accettando il compromesso di uscire soddisfatti solo e unicamente se giurano di non perdersi neanche trenta secondi di film.
La carne al fuoco è tanta, i dialoghi densi, frenetici, brillanti. Ritmi da teatro, ma senza veri e propri picchi di tensione. Eppure, nonostante tutto, questo film risulta equilibrato ed appassionante, sfaccettato e brioso nella sua staticità.
Non so quanto siano veritieri i dialoghi riportati in questo film, ma posso dirvi che, dopo averlo visto, quella notte a Miami che ha segnato la storia è diventata anche parte della mia.

Di cosa parla questo film?

Basato sull’omonima pièce teatrale di Kemp Powers (anche autore della sceneggiatura), One Night in Miami mescola fatti reali e finzione per fornirci una versione dei fatti accaduti a Miami nel febbraio 1964, la notte in cui Cassius Clay (che ancora non aveva preso il nome di Muhammad Ali) divenne campione mondiale di pesi massimi. Con il pretesto festeggiare la vittoria, Clay raduna nella sua stanza –in un umile motel – tre dei suoi amici più cari: il politico e attivista Malcolm X (Kingsley Ben-Adir), il pioniere della soul music Sam Cooke (Leslie Odom Jr.) e la stella del football americano Jim Brown (Aldis Hodge). Quella che inizia come una celebrazione tra amici finirà per tramutarsi in un acceso, affascinante dibattito lungo una notte, nella quale vengono messi a nudo sogni, storie, emozioni e pensieri di quattro punti di vista differenti, che scopriamo essere ambiziosi e tenaci, ma anche, soprattutto, uomini fragili.

Durata: 115 min
Genere: drammatico, biografico
Regia: Regina King
Con: Kingsley Ben-Adir, Leslie Odom Jr. Eli Goree, Aldis Hodge
Paese di Produzione: USA

Afrodiciamo:

Vi ho convinti? Per entrare in sintonia con l’atmosfera di Quella notte a Miami, vi lascio il trailer in lingua originale.

Ma Rainey’s Black Bottom (2020)

dir. George C. Wolfe

© immagine Artribune

A Viola Davis non si può dire niente: ogni sua interpretazione è un viaggio incredibile nell’animo umano. Peccato che, nonostante il film si concentri soprattutto proprio sul suo esuberante, appariscente personaggio – l’icona del blues Ma Rainey –, la Davis abbia un ruolo sullo schermo importante ma piuttosto contenuto. E quando il gatto non c’è?Beh, i topi non ballano. Nonostante il resto del cast sia comunque molto valido (spicca tra tutti Chadwick Boseman, nella sua ultima apparizione sullo schermo prima della sua scomparsa nell’agosto 2020), il film risulta moscio e tremendamente verboso. A differenza di Quella Notte a Miami, in cui il calco teatrale contribuisce a rendere il film vivo e disinvolto, l’impostazione teatrale (anche questo film è basato su una pièce) data a Ma Rainey’s Black Bottom lo rende esageratamente verboso e, di conseguenza, lo condanna ad arenarsi. Peccato, avevo grandi aspettative.

Di cosa parla questo film?

In una calda giornata della Chicago degli anni ’20, Ma Rainey e la sua band si recano in uno studio di registrazione per incidere un disco. Il ritardo della diva innesca un effetto domino di tensioni e scontri che porteranno tutti i personaggi a scontrarsi tra loro.

Durata: 93 min
Genere: biografico, drammatico, musicale
Regia: George C. Wolfe
Con: Viola Davis, Chadwick Boseman
Paese di Produzione: USA

Afrodiciamo:

Volete saperne di più su Ma Rainey’s Black Bottom? Eccovi il trailer Netflix ufficiale.

The United States vs. Billie Holiday

dir. Lee Daniels

Quando un film si apre con una realtà importante e vomitevole come quella del linciaggio dei neri negli Stati Uniti d’America, ci si aspetterebbe, quanto meno, che venisse data a questa tematica una posizione di rilievo. Ahimè, non è così. The United States vs. Billie Holiday aveva tutte le carte in regola per denunciare le atrocità commesse dal Governo Statunitense attraverso la meravigliosa voce della cantante jazz Billie Holiday (e della sua memorabile canzone Strange Fruit). Purtroppo, invece, questo film risulta essere un resoconto confusionario e superficiale della relazione complicata tra Billy Holiday e la droga, condito da una spruzzatina di nozioni biografiche e un misero, insipido contorno al sapore delle controversie legate a Strange Fruit. Molto brava Andra Day, decisamente convincente nei panni del suo idolo Lady Day. Per il resto, questo film risulta pesante, caotico, ripetitivo e, non vi nascondo, anche piuttosto fastidioso. Se vi interessa sapere qualcosa su Billy Holiday: non perdete il vostro tempo, ho imparato di più scrollando Wikipedia durante l’ennesima scena incentrata sull’eroina.

Di cosa parla questo film?

Negli anni quaranta, all’apice del suo successo, Billie Holiday è nel mirino del governo degli Stati Uniti d’America: la sua canzone Strange Fruit, denuncia della barbarie subita da secoli dalla comunità nera, viene visto come un vero e proprio inno alla sommossa. Per evitare che la cantante possa continuare a cantare la canzone ed incitare i neri alla ribellione, il governo comincia a perseguitare l’instabile diva, incastrandola più volte grazie al suo ben noto problema con la droga.

© immagine RbCasting

Durata: 130 min
Genere: biografico, drammatico, musicale
Regia: Lee Daniels
Con: Andra Day, Trevante Rhodes, Natasha Lyonne
Paese di Produzione: USA

Afrodiciamo:

Per un’idea più chiara su The United States Vs. Billie Holiday vi lascio il trailer in lingua originale.

Avete già visto questi film? Cosa ne pensate? Venghino, signori a me le vostre opinioni!
Fatemele sapere con un messaggio qui sotto👇🏻, sui nostri social (IG e Facebook) o con una mail!



A domenica prossima con la sfida #4!
Ps. Buona Pasqua!
M.