Rivalità tra artisti

Torna sugli schermi di Afroditelo la rubrica sulle più celebri rivalità artistiche, gli scontri della storia dell’arte che urlano: #barbenheimer.

Per la seconda puntata (recupera la prima puntata se te la sei persa), vi racconto di due personaggi strettamente connessi, non si può parlare di uno senza parlare dell’altro, eppure uno di loro rimane più celebre, sia in vita che dopo. Parliamo di Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, uno il sole e l’altro – ahimè – la sua ombra.

Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini

Roma, 1600. Se si parla di rivalità artistiche, è impossibile non menzionare i due artisti che hanno caratterizzato il Barocco romano.
I due non possono essere più diversi, letteralmente il giorno e la notte: Bernini era fastoso, ricco, scenografico, dal carattere affascinante e ammaliante; Borromini era invece sobrio, elegante, schematico, una personalità introversa e schiva.

Bernini è conosciuto più come scultore, ma in realtà ha eccelso in tutti gli ambiti artistici, oltre che scultore era anche architetto, urbanista, pittore, scenografo, commediografo e persino costumista. Borromini, invece, è sempre stato fedele all’architettura che esprimeva al massimo, con il suo rigore schematico, l’essenza della sua personalità.

Anche la loro tecnica architettonica è opposta, se il primo ama essere stupefacente, dinamico e far uso di materiali preziosi e ricercati, l’altro faceva affidamento alla tecnica, al rigore e alla geometria, preferendo materiali poveri e semplici.

Probabilmente uno dei primi incontri, tra questi due artisti, fu per la realizzazione del Baldacchino di San Pietro, che pur portando la firma solo del Bernini, è in realtà frutto di una collaborazione tra i due geni. Si pensa che sia questo uno dei motivi principali dell’astio tra i due, in quanto Bernini non riconobbe mai i meriti del collega nella progettazione e realizzazione dell’opera e, tra l’altro, Borromini, venne anche sottopagato. Sono numerose le storie che accusano Bernini di aver rubato i progetti del rivale, costringendo il povero Borromini a distruggere i suoi disegni prima della sua morte, in modo che nessuno se ne potesse prendere i meriti.

Bernini fu eletto presto l’artista prediletto del Papa e della Chiesa, assicurandosi il monopolio delle committenze nella città eterna. Borromini soffrirà sempre questa emarginazione e l’esclusione dai cantieri romani principali, si sentirà costantemente sottostimato e non all’altezza, arrivando poi a togliersi la vita.

#Barbenheimer a Piazza Navona

Si ritiene che in Piazza Navona sia il vero scenario che cattura lo scontro artistico tra questi due maestri, troviamo infatti la Fontana Dei Quattro Fiumi, progettata da Bernini, di fronte alla Chiesa di Sant’Agnese in Agone, ideata dal Borromini.

Il papa Innocenzo X, aveva incaricato Borromini di progettare la nuova conduttura che avrebbe portato l’acqua fino a piazza Navona, ma successivamente, il concorso per la realizzazione della fontana fu vinto dal Bernini.
La fontana venne realizzata tra il 1648 ed il 1651. Bernini dimostra una magistrale fusione di architettura e scultura, esprimendo movimento in ogni suo particolare scultoreo, dalla vegetazione, alle statue, alla fauna. I giganti del Bernini si muovono in gesti pieni di vita e con un’incontenibile esuberanza espressiva.

Di fronte all’opera del Bernini, si erge l’imponente architettura della chiesa di Sant’Agnese in Agone, sempre commissionata da Papa Innocenzo X. Inizialmente i lavori erano stati affidati a Girolamo Rainaldi ma ben presto subentrò Borromini che apporta sostanziali modifiche al progetto originale. In particolare gli elementi su cui si focalizzò furono i due campanili gemelli, che donano simmetria e regolarità alla facciata concava. La chiesa, all’esterno, non presenta particolari decorazioni, nulla è superfluo, prevalgono linee pulite e geometriche che fanno trasparire la sobria eleganza del suo architetto.

Una leggenda metropolitana narra che la sculture della Fontana Dei Quattro Fiumi mostrino il disprezzo di Bernini nei confronti dell’opera del rivale. Si dice che la statua del Rio de la Plata tenga alzato il braccio nel timore di un crollo della chiesa e che ugualmente la statua del Nilo si copra il volto per non doverla vedere. Tuttavia la storia non ha alcun fondamento dato che la Fontana fu ultimata nel 1651 e Borromini arrivò al cantiere di Sant’Agnese solo nel 1653.


E voi quale altra rivalità artistica ricordate? Avete anche voi un #Barbenheimer nella storia dell’arte da segnalarci? Fatecelo sapere nei commenti!

Sveva

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