È stato presentato al 80° festival del cinema di Venezia dove ha vinto il Leone d’oro al miglior film e ha ricevuto due Golden Globe: uno per il miglior film commedia o musicale e uno per l’interpretazione magnifica di Emma Stone. Con addirittura 11 candidature per gli Oscar incluso Miglior film, miglior regista e migliore attrice protagonista, il regista greco Yorgos Lanthimos ci ha regalato un capolavoro schizofrenico. Di che film sto parlando? Di Povere creature – il titolo originale è Poor Things – ovviamente!

Anche se il disgusto non è una sensazione così allettante per decidere di guardare un film, Poor Things è riuscito a trasformare questa emozione in un capolavoro abbastanza schizofrenico che rapirà totalmente il vostro interesse. Da assolutamente non esperta di cinema vi scriverò perché dovete assolutamente andare a vederlo, oltre al fatto di aver vinto il leone d’oro al 80 festival del cinema di Venezia.  

Piccolo disclaimer: se siete persone facilmente impressionanti o troppo pudiche magari questo film potrebbe essere un po’ troppo! 

Bella Baxton alla scoperta di Lisbona (e voi avete mai assaggiato i pasteis de nata?)

Innanzitutto, sono uscita dalla sala con un sacco di domande, questioni e riflessioni che Poor Things ha portato a galla. E questo è già di per sé 10 punti a suo favore perché quante volte ci è capitato di vedere un film che non ci ha lasciato nulla e dimentichiamo dopo un anno? Ecco, sono sicura che non dimenticherò facilmente Poor Things.

Non so quale tipo di spettatori siate voi: se guardate i trailer e studiate i film prima di andare a vederli o ci andate a scatola chiusa e sapete quasi il nome del regista quando va bene. Io appartengo alla seconda categoria: mi piace essere sorpresa e non aspettarmi nulla! E questo film di Yorgos Lanthimos, regista greco che ha girato anche La favorita e The lobster, è andato oltre ogni mia aspettativa.

Bella Baxton, interpretata da Emma Stone, e Godwin Baxton da Willem Dafoe

Quindi, di cosa parla il film Poor Things?

La storia (molto sinteticamente, non vi vorrei spoilerare nulla, così se siete anche voi della seconda categoria come me potete stare tranquilli) parla di una ragazza, Bella Baxton che dopo essersi misteriosamente suicidata buttandosi da un ponte, viene trovata e riportata in vita da un chirurgo, con un’operazione che ha del geniale e dell’inquietante. Lui si chiama Godwin Baxter e ha il viso scarificato da evidenti cicatrici. 

È molto interessante prestare attenzione ai nomi: Bella chiama il “padre” God, e in effetti, è stato lui a ridarle la vita, una vita che voleva tenere sotto controllo ma che inevitabilmente non può che sfuggirgli. 

Il richiamo a Frankenstein è fortissimo e chiaro, nelle operazioni, nello stile un po’ grottesco e surreale, nel ruolo importante (e inquietante?) che ha la scienza. Ma Godwin è allo stesso tempo anche la bestia, e ha una strana relazione con Bella, lui terrificante mentre lei affascinante e in trappola. Ma non ci sono solo riferimenti a Frankenstein e alla Bella e la Bestia, vi divertirete a vedere quanti riferimenti e citazioni di fiabe e film Disney sono presenti. Fateci caso. 

Una reinterpretazione di Frankenstein in chiave contemporanea

Che dire poi della sceneggiatura e delle riprese, l’uso geniale del bianco e nero e dell’inquadratura fish eye

I colori segnano un passaggio fondamentale nel film e drammaticamente descrivono come lo stato emotivo della protagonista che liberandosi da chi l’ha creata cerca di emanciparsi e lo fa con l’ingenuità di una bambina che poi crescendo farà esperienza del mondo, nel bene e nel male.

Un film femminista?

Si è parlato tanto di questo film come femminista, etichetta che ha molto irritato il regista e a ben ragione. Poor Things certamente ci parla molto del femminile, del mondo della prostituzione, del rapporto con il sesso, di emancipazione. Sì, certo che è un film femminista, come lo sono tanti altri, ma è anche molto altro, e mettere le etichette rischia sempre sempre di appiattire e ridurre la visione delle cose ad una più superficiale. 

Per me non è tanto un manifesto femminista quanto un film sulla crescita, che fa riflettere sul concetto di libertà, sulle diverse visioni sull’amore e che vi farà morire dal ridere per la sua vena ironicamente provocatoria.

Provocatoria di cosa? Soprattutto dell’andare oltre le convenzioni sociali ed essere prima di tutto se stessi, anche se questo può portare a sentirsi strani o non approvati dagli altri. Poor Things ci pungola e ci sfida nel chiederci: quanto ci facciamo condizionare dagli altri? E quanto e a che limite è giusto osservare e stare dentro le convenzioni sociali? Non solo per le donne, ma per tutti direi.

Emma Stone in POOR THINGS. Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.

Spero che corriate a vedere questo film prima degli Oscar, per avere il piacere di essere voi a godervelo senza etichette, né quella di essere il miglior film (nel caso vincesse gli Oscar, cosa che gli auguro), né quella di essere un film femminista.

Dopo averlo guardato scrivete qua nei commenti se pensate che Poor Things lo meriti il premio come miglior film e perché! 😉

– Chiara

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