E mentre fuori diventa tutto più freddo, ci pensiamo noi a riscaldarvi con un nuovo racconto di Polenta di storie! Il protagonista di questo mese è Tullio Garbari, artista originario di Pergine Valsugana che è riuscito ad arrivare fino in Francia, a Parigi.
TULLIO GARBARI
Ho vissuto in molte cittĂ , come Milano, Venezia e Parigi, e le mie opere sono arrivate ancora un po’ piĂą in lĂ ; ma sono sempre tornato nella mia cittadina natale, Pergine, e quando ero lontano da casa, mi veniva naturale dipingere i contadini e le valli in cui lavoravano. Anche quando ero lontano, dovevo tornare ad abitare nelle mie terre e ci riuscivo con la pittura.
Ho sempre dipinto quello che ho visto, sentito nel profondo o che mi è mancato. Gino Severini dice che la mia arte è primitivista, che è semplice poesia, e forse ha ragione lui, perché nel mio cuore c’è il ricordo dell’origine, degli uomini nella natura e io sono ancora lì, fermo tra di loro a osservarli.
Sono cresciuto in una Pergine asburgica, fuori dall’Italia, e lì la Secessione Viennese era fortissima. Decori, elementi floreali e tutto di una bellezza patinata. Sentivo il bisogno di allontanarmi da quei formalismi tecnici e così sono arrivato a studiare all’Accademia di Venezia. Qui l’arte era molto diversa ma anche qui doveva aderire a dei canoni precisi, che non erano quelli che sentivo in cuor mio e così, anche questa volta, sono finito in una nicchia di artisti che cercavano di sperimentare, cercavano il luccichio, qualcosa che brillasse di novità . Ci chiamavamo i ribelli di Cà Pesaro ed ero insieme agli amici Umberto Boccioni e Felice Casorati. Nel 1910 ho esposto la mia prima personale alla mostra estiva di Cà Pesaro, su una sala c’era scritto il mio nome, Tullio Garbari, sull’altra quello di Umberto Boccioni. La mia arte si era già allontana dai decori e dalla grazia della Secessione Viennese, ed era ora una semplificazione delle forme. Dovevo ridurre la complessità alla verità .
Mi sono sempre sentito italiano, ma Pergine non lo era. Così per non essere chiamato come soldato al fronte asburgico durante la Grande Guerra mi sono trasferito nel 1914 a Milano. Ricordo qualche mostra di successo come quella a galleria Chini insieme a Carlo Carrà ma sono stati anni in cui ho sofferto di una profonda solitudine. Come un albero sdradicato e piantato in un vaso. Mi mancavano le valli, i boschi, i contadini che lavoravano le terre. Mi mancava casa. Così l’ho ritrovata dipingendo i miei ricordi trentini.
Appena ho potuto, ovvero finita la guerra, sono tornato a Pergine e ho continuato a ritrarre i miei affetti e le mie terre. Fino a trasformare la mia realtĂ bucolica nella mia cifra stilistica.
Per tornare in un centro culturalmente vivace, nel 1924 mi sono trasferito a Trento. Ma qui tutto era così lontano dal mio sentire. Gli artisti seguivano i canoni imposti dal Fascismo e io, ancora una volta, mi sono ritrovato ai margini, continuando la mia arte personale.
Non so davvero cosa sia successo poi, forse nelle città amavano l’ingenuità e la purezza delle mie opere, e così queste hanno iniziato a viaggiare fino ad arrivare a Milano, Amburgo, Berlino, Aia, Amsterdam e Lipsia. Nelle case borghesi c’era sempre un mio quadro, forse per ricordarsi delle origini, quando le città non esistevano ma esisteva solo l’uomo nella natura.
Ora, mentre scrivo, mi trovo invece a Parigi. Oggi sono stato tutto il giorno in studio a dipingere insieme a Gino Severini. Mi sono sentito elettrizzato e chissĂ quali opere nasceranno dai nostri pensieri. Intanto, mi sento felice.
Tullio Garbari (Pergine Valsuagana, 14 agosto 1982 – Parigi, 8 ottobre 1931) è stato un pittore italiano.
Testo a cura di Abram Tomasi
Disegno e grafica a cura di Ilaria Gasperotti
Cos’è “Polenta di storie”?
Polenta di storie è un progetto nato dalla collaborazione tra Afroditelo e due giovani creativi: Abram (studente di comunicazione) e Ilaria (studentessa di Belle Arti).
Questo progetto nasce con l’obiettivo di parlare di artisti trentini, cercando di dimostrare come anche il Trentino è stato culla di una serie di brillanti menti creative che, in alcuni casi, hanno addirittura dato un contributo importante alla storia dell’arte non solamente in Italia, ma in tutto il mondo. Mostrando così che, oltre ai sentieri naturali e panoramici, la nostra regione è ricca anche di altri percorsi da esplorare: dei sentieri artistici e creativi.
Abbiamo scelto di chiamarlo Polenta di storie perchĂ© la polenta è un piatto tipico e molto noto della nostra regione. In particolare, abbiamo voluto rendere omaggio ad uno dei prodotti tipici del Trentino: la polenta di Storo. Le storie presentate in questo progetto saranno proprio come la polenta: coese, compatte e ben legate tra loro grazie alle emozioni suscitate dalle parole di Abram e dai disegni di Ilaria. Poi vabbè… la polenta sta bene con tutto.
Le storie che verranno presentate non saranno dei testi “pedagogici”. Se ci segui giĂ da un po’ saprai che Afroditelo ha un solo è grande interesse: emozionare. Noi ne siamo certe: Abram e Ilaria ti faranno innamorare della storia artistica del Trentino, catturandone l’essenza attraverso l’arte della parola e quella del disegno.
Sei pronto? Ricorda, l’appuntamento è una volta al mese ✨
Ti piace questo progetto? Faccelo sapere con un commento qui sotto o un piccolo like ❤️
Lascia un commento