Il consiglio letterario di oggi ci porta dritti al nuovo libro di Natalie Haynes: Il canto di Calliope. Nel romanzo, la Haynes racconta una storia che ci affascina da quasi tremila anni: La guerra di Troia. Questa volta, però, con grande originalità e mano esperta, la racconta da una prospettiva nuova, ovvero con gli occhi delle donne che l’hanno vissuta e che, attraverso il libro, ne diventano le protagoniste indiscusse.
Esistono infinite strade per parlare di un argomento complesso e, a modo suo, misterioso come la guerra di Troia; questo romanzo si concentra molto sulle emozioni delle protagoniste, regalando ad ognuna di loro un’umanità unica e talmente vicina alla nostra sensibilità che, insieme all’autrice, ci è dato di scavare nelle paure, nelle passioni, e nella rabbia di tutte le ventidue donne. La personalità di ognuna delle protagoniste brilla di luce propria e riesce perfettamente a tenere viva e contemporanea la Storia, sottolineando ancora una volta che i sentimenti rimangono invariati nei millenni. In sostanza, Quella che noi leggiamo è una storia che ha avuto luogo tremila anni fa, ma queste donne continuano a coinvolgerci perché, nonostante tutto, le loro emozioni ci fanno sentire legate a loro, travolgendoci. Tutto questo è reso possibile dalla scrittura avvincente e meticolosa di Haynes.
Come si deduce dal titolo, chi racconta la storia è la musa Calliope, che decide di prendere in mano la storia a modo suo, sviando le preghiere di Omero. Inizia così la storia della fine della prolofica città di Troia:
Il racconto si sviluppa poi attraverso le lettere di Penelope, le paure di Creusa, le visioni di Cassandra e le battaglie di Pentesilea.
Ognuna di queste donne ha una propria voce, ognuna di loro si racconta. Questa scelta narrativa ha comportato anche diverse critiche. Infatti, diverse recensioni hanno messo in luce diversi punti che trovo interessante riportare, perché sottolineano delle criticità che condivido.
C’è chi ha amato le protagoniste perché spontanee narratrici delle proprie storie e umili artefici del proprio destino. Dall’altra c’è chi mette in discussione il lato troppo femminista della storia (questo perché quando il libro è stato pubblicato si era proposto come la nuova visione femminista della storia). Se da una parte la scelta di dar voce alle donne può essere visto come un atto femminista, dall’altra trovo che questa visione en rose possa essere pericolosa.
Ad esempio, alla figura di Elena non è dedicato neanche un capitolo e, quando la si menziona, la si trova sempre in situazioni in cui è insultata dalle donne che le stanno vicino. Dal mio punto di vista nel femminismo è ingolobata la sorellanza che lega ognuna di noi alle altre donne, per questa ragione sarebbe stato interessante vedere una rivalutazione della figura di Elena legata ad un pensiero più complesso e inclusivo sul suo rapporto con le altre donne. Dopo essermi confrontata con queste valutazioni posso dire, in definitiva, che la mia posizione si trova nel mezzo. Il libro ti appassiona e la scrittura della Haynes è allo stesso tempo semplice e “catchy“, ma ci sono inevitabilmente dei punti che mi lasciano ancora dei dubbi (anche in relazione ad alcune scelte stilistiche che, personalmente, non mi hanno convinta pienamente).
Mi sento comunque di promuovere questo libro che, tra l’altro, è una lettura che si addice molto all’autunno. Ad ogni modo, rimango dell’idea che sulla guerra di Troia o più in generale sulla letteratura greca ci siano libri migliori e più esausitivi… spero di potervene parlare presto!
Nonostante tutto, il canto di Calliope è un romanzo magnetico che vi terrà incollati al fino all’ultima riga.
Conoscevate questo libro? L’avete letto? Vi è piaciuto?
Fatemelo sapere attraverso un commento, sui nostri social o con una mail 💌📣
A presto!
–R.
Lascia un commento