Torniamo con un altro episodio di Polenta di storie. Di chi ci parlerà oggi Abram? Scopriamo insieme un altro incredibile artista trentino: Riccardo Antonio Svaizer, conosciuto come Riccardo Schweizer, originario di Mezzano, comune nella valle del Primiero.

Un artista che “ha aperto il Trentino al mondo”, scrive Abram, immaginando un dialogo tra un cameriere e un amante del vino in una cantina 🍷

RICCARDO SCHWEIZER

Ti ritrovi alla Cantina Franz Hass, degusti un buon vino e i tuoi occhi indugiano sull’etichetta della bottiglia, così originale che fai chiamare un ragazzo del personale. Il vino è di suo gradimento? Tu gli domani informazioni su quell’etichetta così speciale per essere indossata da una bottiglia di vino. Lui sorride e inizia a raccontarti la storia del suo artista.

Riccardo Schweizer, si chiama, e nella tua testa avverti qualcosa di famigliare, di già sentito, l’evocazione di qualcuno, ma lasci che il ragazzo ti racconti di più. È l’artista che ha aperto il Trentino al mondo. Da un piccolo paese in provincia di Trento chiamato Mezzano si sposta a Venezia, quella città italiana che era un po’ caput mundi per la cultura dell’epoca. Pensi di non essere il solo ad aver chiesto informazioni su quell’etichetta; quel ragazzo deve essersi studiato tutta la storia di Schweizer per poter rispondere in modo soddisfacente ai clienti, magari si tratta di una prerogativa per l’assunzione nella cantina. Ne sei compiaciuto.

A Venezia, Riccardo si diploma all’Accademia di Belle Arti e poi ci insegna per diversi anni, vivendo la scena effervescente della laguna; caffè letterari, esposizioni, mondanità e tanto luccichio. Qui conosce Stravinskij, Quasimodo, Guggenheim e altri personaggi che hanno fatto la Storia, e altri che sono scivolati via senza lasciare segni troppo marcati. Non era la città-cartolina di oggi, ma si manteneva come una grande città d’arte. Durante una visita alla Biennale, Riccardo vede un’opera di Picasso e ne rimane profondamente affascinato, pensa che quello sia il futuro della pittura, così fa i bagagli e si trasferisce in Costa Azzurra dove iniziano profonde amicizie con Chagall, Léger, Le Corbusier e lo stesso Picasso. Insomma, tutti quelli che contano. Ti domani se quel ragazzo conosce davvero quei nomi, le loro opere, le loro vite, pensi che forse non ne sa molto, solo le informazioni che ti sta imbandendo, ma che importanza ha? Continui a sorseggiare il tuo vino e ascolti.

Nel 1958 il Museo Picasso di Antibes gli dedica una personale, una mostra tutta per lui. I suoi occhi luccicano e ti emozioni anche tu. Riccardo Schweizer è ora un artista internazionale, affermato, ma di cui nessuno conosce l’origine, sfugge quel piccolo paese chiamato Mezzano da cui proviene, tutti sanno solo che è un uomo che appartiene al mondo. Si innamora di una donna, la sua Dina, quegli incontri che succedono una sola volta nella vita, e l’affetto per lei lo fa tornare nelle nostre terre. Almeno per un po’, a periodi alterni. Realizza le prime grandi opere murali per due strutture alberghiere a San Martino di Castrozza. Cura anche la decorazione per il ristorante Da Silva a San Michele All’Adige, ora bene culturale trentino tutelato. È qui vicino, se Le interessa, ed è anche molto bello. Tu fai un cenno con la testa e pensi che magari più tardi passerai per una visita.

Continua a realizzare affreschi e decorazioni d’interni, tra il Trentino e il Mondo, come l’affresco lungo 75 metri per l’attuale Fondazione Kessler o i decori per il Palazzo dei Festival e Congressi di Cannes. Cose importanti, non so se rendo l’idea. Nel 1989 torna a Venezia e realizza la sua ultima grande Personale. Sarà il suo arrivederci artistico perché il suo addio ufficiale sarà incoronato da Azeglio Ciampi che nel 2001 lo nomina Cavaliere della Repubblica. Dica la verità, avrebbe mai pensato che quell’etichetta nascondesse una storia così importante? Prende la bottiglia di vino, mi versa un altro po’ di Pinot grigio e sparisce in cucina.

Riccardo Schweizer (Mezzano, 31 agosto 1925 – Casez, 20 settembre 2004) è stato un pittore, scultore, fotografo e designer italiano.

Testo a cura di Abram Tomasi
Disegno e grafica a cura di Ilaria Gasperotti


Cos’è “Polenta di storie”?

Polenta di storie è un progetto nato dalla collaborazione tra Afroditelo e due giovani creativi: Abram (studente di comunicazione) e Ilaria (studentessa di Belle Arti).
Questo progetto nasce con l’obiettivo di parlare di artisti trentini, cercando di dimostrare come anche il Trentino è stato culla di una serie di brillanti menti creative che, in alcuni casi, hanno addirittura dato un contributo importante alla storia dell’arte non solamente in Italia, ma in tutto il mondo. Mostrando così che, oltre ai sentieri naturali e panoramici, la nostra regione è ricca anche di altri percorsi da esplorare: dei sentieri artistici e creativi.
Abbiamo scelto di chiamarlo Polenta di storie perché la polenta è un piatto tipico e molto noto della nostra regione. In particolare, abbiamo voluto rendere omaggio ad uno dei prodotti tipici del Trentino: la polenta di Storo. Le storie presentate in questo progetto saranno proprio come la polenta: coese, compatte e ben legate tra loro grazie alle emozioni suscitate dalle parole di Abram e dai disegni di Ilaria. Poi vabbè… la polenta sta bene con tutto.

Le storie che verranno presentate non saranno dei testi “pedagogici”. Se ci segui già da un po’ saprai che Afroditelo ha un solo è grande interesse: emozionare. Noi ne siamo certe: Abram e Ilaria ti faranno innamorare della storia artistica del Trentino, catturandone l’essenza attraverso l’arte della parola e quella del disegno.

Sei pronto? Ricorda, l’appuntamento è una volta al mese ✨

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Abram Tomasi
Ilaria Gasperotti
Instagram @casadilaria