Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, e chi più ne ha, più ne metta! La nostra esperienza di visione è cambiata molto negli ultimi anni, con le piattaforme streaming a farla sempre più da padrona sfornando una serie dopo l’altra manco fossero le focaccine di Banderas nella famosa pubblicità del Mulino Bianco (e se lo dico io che la pubblicità la mastico…).

Eppure, in tale meandro mediale fatto di film, serie TV e documentari, può capitare di perdersi dei contenuti che non solo meritano più attenzione, ma che sono dei veri e propri piccoli capolavori. Spesso, sono proprio le stesse piattaforme a dimenticarsene, lasciando che prendano polvere in un piccolo angolino triste. Per questo, ho deciso di parlarvene qui su Afroditelo, dando loro lo spazio che meritano.

La serie di cui parlerò oggi è un prodotto inglese trasmesso qui in Italia su Sky. Conosciuta con il nome di “Hotel Portofino”, questa mini serie è un must per chiunque ami il genere thriller à la Agatha Christie, con i ruggenti anni ‘20 sullo sfondo. Girata fra l’Italia e la Croazia, si compone di un cast italo-inglese fra cui spicca l’italianissimo Daniele Pecci. Non preoccupatevi, qui siamo #TeamNOspoiler, quindi continuate a leggere tranquillamente

Trama in pillole

La protagonista è Bella Ainsworth (Natascha McElhone), una donna inglese tenace e piena di risorse che decide di aprire un hotel nel bel Paese, chiamato (quasi banalmente) Hotel Portofino. Con lei c’è la sua famiglia, fra cui il figlio, reduce dalla prima guerra mondiale e profondamente segnato da ciò che ha vissuto durante il conflitto. Le loro vicende si intersecano con quelle degli ospiti dell’hotel, fra cui un conte italiano con il figlio e il sindaco della città, apertamente fascista e che cerca di ostacolare Bella.

Ambientata nel 1926, non può fare a meno di trattare una delle pagine più spinose della nostra storia: il fascismo. Esso interferisce con le vite dei singoli personaggi, oltre che con gli stessi affari dell’hotel, e lancia un chiaro messaggio al pubblico: è davvero tramontato come molti, specialmente qui in Europa, credono?

Cosa mi piace (e cosa no)

Con i suoi sei episodi (pochi), “Hotel Portofino” riesce ad affrontare una serie di tematiche ancora fortemente attuali di cui non si parla ancora abbastanza. Dall’omosessualità al femminismo, fino alla lotta (e resistenza, termine che ricorre spesso) antifascista, e la violenza sulle donne.

Se pensate che questa sia una ricetta per un prodotto finale sconnesso e lontano dal suo intento iniziale, non è così. Hotel Portofino risulta fortemente contemporanea non solo a causa dei temi affrontati, ma grazie agli stessi personaggi, alle storie e ai singoli traumi che ognuno si porta dietro. Dal razzismo al tradimento, è difficile non provare simpatia per loro, rendendo così più facile entrare in un micro universo in cui ognuno di loro è un tassello utile a ricostruire il mistero.

Il risultato finale è quello di una storia ben scritta e narrata, capace non soltanto di coinvolgere emotivamente lo spettatore, ma che risulta leggera nonostante la cupezza dei temi affrontati. Il tempo, limitato a soli sei capitoli, non fa da ostacolo alla narrazione di una vicenda che intrattiene e incuriosisce, prestandosi bene ad un binge-watching dolce ed entusiasta. Il tutto è condito da una recitazione degna di nota e da una fotografia impeccabile (anche se, con location del genere, sarebbe difficile fare altrimenti).

Insomma, è difficile trovare qualcosa che non mi sia piaciuto di Hotel Portofino. Amore per i Roaring Twenties a parte, sono entrata subito nella storia e, una volta conclusa, non volevo più uscirne. L’unico difetto che potrei trovarle è il fatto che si tratti di soli sei episodi, ben pochi per soddisfare la mia sete, ma del resto con narrazioni in cui è il mistero a farla da padrona basta un passo falso per (s)cadere in un vortice di luoghi comuni, ripetizioni e topoi esauriti di qualsiasi carica narrativa. Un altro contro è il fatto che la stesso Sky sembra essersi dimenticata completamente della serie, mandando in onda solo un trailer prima della messa in onda (avvenuta a febbraio 2022) e, digitalmente parlando, un paio di post per attirare l’attenzione del pubblico.

Dunque, approvata?

Se non si fosse ancora capito, dunque, non posso che consigliare – anzi, urlare dal tetto di casa – questa serie. Se siete tipi da mandar giù un intero show in un pomeriggio (un giorno o l’altro mi dovrete dire come fate, perché io non ci riesco), Hotel Portofino è la scelta adatta per un pomeriggio domenicale in cui non si ha voglia di fare granché, e anche la vita ha deciso di prendersi una pausa. È già prevista una seconda stagione, ma non è ancora una nota una data di uscita né l’inizio delle riprese.

È possibile recuperarla su Sky Go (se si è clienti Sky), o su Now TV.

– Mariangela

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