Oggi, 23 Aprile, è una giornata speciale, dedicata Libro e il Diritto D’autore. Per l’occasione, noi di Afroditelo abbiamo ripensato ai libri particolarmente significativi perché hanno rappresentato una svolta nelle nostre vite: l’inizio dell’amore per la letteratura.

Ma prima di addentrarci nei ricordi, facciamo una brevissima riflessione e scopriamo un po’ l’origine di questa Giornata Mondiale del Libro.

Tra rose e libri… 

Cosa accomuna i libri alle rose? Difficile da dire, ma pensiamo un attimo a un grande capolavoro della letteratura: il Piccolo Principe.

Che cosa dice il Piccolo Principe della sua rosa? Che è unica, no? Che quella, tra tante comuni rose, è la sola destinataria di un intensissimo sentimento da lui provato. Un sentimento che tutti conosciamo essere talmente forte che può anche arrivare a farti male e che crea una sorta di dipendenza. Quel sentimento è ciò che chiamiamo amore.

Tornando alla domanda iniziale, secondo me la parola che accomuna rose e libri è proprio amore. In fondo tutte e due rappresentano una forma di passione, no? Il fiore ne è il simbolo, mentre le pagine di un libro possono esserne l’oggetto. Ma andiamo oltre per vedere che le due parole non sono state scelte a caso…

… dalla Catalogna alla conquista del Mondo

Andiamo un attimino a Barcellona, dove dal 1930 ogni 23 aprile si celebra il Diada de Sant Jordi (giorno di San Giorgio). In tutta la Catalogna le persone sono solite scambiarsi con i propri cari e gli amici dei doni – non cioccolatini e rose, ma rose e libri! Di nuovo, i due elementi sono al centro di una manifestazione di affetto sincero e profondo!

L’usanza spagnola è talmente bella che è stata d’ispirazione per la Giornata Mondiale del Libro e il diritto d’autore. L’origine di questa festa risale al 1995, quando l’UNESCO ha stabilito che il 23 Aprile doveva essere una giornata in cui in tutto il mondo si sarebbe celebrato il potenziale dei libri e degli autori quali fomentatori di sviluppo culturale e materiale dell’umanità. La festa è anche l’occasione perfetta per diffondere e alimentare la passione per storie vere e/o immaginarie, che possono essere d’ispirazione, motivazione, riflessione o persino conforto.

Noi di Afroditelo vogliamo essere prendere parte attiva ai festeggiamenti condividendo con voi la nostra passione per la letteratura. Non abbiamo la possibilità di scambiarci fisicamente rose e libri, ma possiamo scambiarci i ricordi sul libro che ci ha fatto innamorare della letteratura. 

Va’ dove ti porta il cuore, Susanna Tamaro, 1994

Ricordo di aver letto questo libro nei pomeriggi di una torrida estate, quando leggevo più per obbligo che per piacere. L’ho scelto tra i titoli di lettura consigliata dall’insegnante di italiano, per pura prudenza, “nel caso”  la prof. mi chiedesse la trama una volta tornata sui banchi. Ma forse, non ho scelto io il libro, ma lui me. Mi capite? Comunque sia, è stato grazie a questo libro se mi sono innamorata della letteratura…

Susanna Tamaro scrisse una accorata epistola, immaginariamente firmata da una nonna di nome Olga. La destinataria è la nipote di Olga, Marta, che si è rifugiata in America nel tentativo di trovare ristoro e forse chiarezza in un momento di inquietudine e smarrimento dovuti a una feroce lite con la nonna. 

Va’ dove ti porta il cuore è una lettera ingarbugliata di ricordi e segreti che trattano di temi come l’amore, l’abbandono, il rapporto genitori-figli… Temi che in qualche modo pizzicano le nostre corde emotive più sensibili, anche se abbiamo uno stomaco di ferro.

-AK

La fattoria degli animali, George Orwell, 1945

Ricordo ancora i giorni in cui leggevo La fattoria degli animali e il modo in cui mi ha rapita. Nonostante non sia propriamente un’opera distopica, ma piuttosto una favola satirica e un’allegoria politica, questo libro è stato per me una porta spalancata su un intero universo letterario. È stato lui a prendermi per mano e a condurmi alla scoperta di George Orwell, e da lì — come una valanga — mi sono lasciata travolgere da altri autori e dalle loro narrazioni cupe e visionarie. 

Oggi la letteratura distopica è senza dubbio il mio genere preferito: quello che più di ogni altro riesce ad aprire le porte della mia mente, stimolando infiniti ragionamenti e prese di consapevolezza. Con, ammetto, un pizzico di angoscia.

-MC

Mrs. Dalloway, Virginia Woolf, 1925

La prima volta che ho letto Mrs. Dalloway credo di non averci capito nulla. O quasi. Eppure, nella sua complessità, sono certa si sia trattato di un colpo di fulmine. 

Avevo quattordici anni, avevo appena iniziato la prima superiore. Durante l’estate avevo visto “The Hours” di Stephen Daldry, ed ero rimasta talmente stregata dal ruolo centrale di questo misterioso romanzo da correre in biblioteca e portarmi a casa il libro. Qualche mese dopo, quella copia logora era ancora sul mio comodino: ogni sera la prendevo in mano e ne leggevo qualche pagina, con attenzione maniacale, esaminandone ogni frase. Da divoratrice di libri ingorda, non mi era mai capitato di metterci così tanto a leggere un libro. Né, tantomeno, di sentire di essere totalmente incapace di comprenderne il significato. Eppure, c’era qualcosa nella penna di Virginia Woolf che mi impediva di arrendermi senza aver portato a termine la lettura. Forse sarà stata l’anima imperfetta di tutti i personaggi, con i loro rimpianti, le loro fragilità, l’energia anti-eroica che li scolpisce; o forse, a rapirmi è stata la capacità di Woolf di raccontare la vita intera di una persona analizzandone la vita durante una sola giornata. Dopotutto, non sempre riusciamo a riconoscere le caratteristiche che ci portano a innamorarci di qualcuno – o, di qualcosa, come in questo caso.

Da quella volta, credo di averlo letto almeno un decina di volte. E, ogni volta, Mrs. Dalloway mi appare diverso, più vasto, ricco di nuove sfumature. Ogni volta che giro l’ultima pagina e saluto Clarissa Dalloway, mi ricordo come mai amo così tanto la letteratura.

– Marto

Condividere l’amore per la letteratura è una necessità

L’amore per la letteratura è qualcosa di spontaneo e imprevedibile. Non sai mai quando ti colpirà, o se mai lo farà. Purtroppo ci sono ancora troppe persone che non sanno che cosa sia l’amore per i libri, oppure sono ancora scettici. Secondo la più recente ricerca pubblicata dall’Istat in merito alla lettura in Italia, solo il 39,3% della popolazione di 6 anni e più (su un campione di 25mila famiglie) ha letto almeno un libro per interesse personale nell’anno di riferimento (2022). C’è da riconoscere che la media del numero di libri letti in un anno sta aumentando: se vent’anni fa si leggevano in media 6,3 libri l’anno, nel 2022 se ne leggono 7,4.

La lettura va forte nella popolazione delle fasce di età 11-25 anni e 55-59 anni, mentre la buona pratica del leggere cala dai 25 anni e tra gli over-sessantaquattro. L’augurio è che queste tendenze negative possano essere riconvertite, e che quelle positive possano amplificarsi. Ecco perché è importante testimoniare quanto possa essere forte e bello leggere!

Senza ulteriori indugi… unitevi a noi e scriveteci nei commenti qual è il libro che vi ha fatto innamorare della letteratura!

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