Il museo ha un ruolo fondamentale nella nostra storia e nella nostra cultura: è un’istituzione, ma anche un’idea, un concetto, e fornisce le fondamenta da cui far partire il progresso.
Il museo ha il potere di cambiarci, ed è proprio questo il tema della Giornata internazionale dei musei, istituita dall’ICOM (international council of museums).
Il museo è un luogo magico. Non avete mai sentito le opere parlarvi? No, non sono impazzita, e vi assicuro che non serve un orecchio allenato per sentirle! Bisogna solo avere la volontà di ascoltare, prestare attenzione e lasciarsi trasportare delle storie che ci vengono raccontate.
Forse il momento in cui mi sono innamorata, inconsapevolmente, dell’idea del museo, è stato vedendo Una notte al museo. Quel film, riflettendoci a posteriori, per me, rappresenta proprio l’essenza di questo luogo, il suo ruolo fondamentale, ovvero quello di dare vita a ciò che contiene, farlo interagire con le persone e portarlo nella loro quotidianità.
Ogni museo, come delle persone reali, ci regala qualcosa che, ovviamente, ci cambia. Anche quelli che visito ormai quotidianamente riescono ogni volta ad arricchirmi in un modo nuovo e diverso.
Le gallerie, le pinacoteche… Ampliano la nostra visione e concezione della realtà. Mostrandoci tanti punti di vista differenti, tante storie e tanti mondi, vicini o lontani che siano, formano la nostra coscienza e la nostra identità di esseri umani.
Intorno al museo ruotano numerose personalità che troppo spesso non vengono considerate, ci sono tantissime persone che lavorano per rendere il museo come lo conosciamo: i direttori e i curatori, che creano, gestiscono e rinnovano continuamente queste istituzioni, i mediatori e gli educatori museali che divulgano l’arte e la cultura, ci (in)formano e ci guidano tra i sentieri che traccia il museo, gli allestitori e i restauratori che organizzano e conservano il patrimonio, ma anche i social media menager, ultimamente sempre più importanti per diffondere la cultura nella nuova società mediatica… e potrei continuare ancora, ma abbiamo preferito lasciare la parola direttamente a loro.
In occasione di questa giornata abbiamo raccolto alcune testimonianze di queste persone che lavorano a stretto contatto con i musei, ognuno di loro ci ha raccontato cosa significa per loro il museo, offrendoci tante visioni diverse di questo vasto argomento.
La parola a chi lavora nei musei
Silvia Pichi, storica dell’arte e art counselor:
“Un museo è, innanzitutto, un percorso dove si intrecciano tantissimi aspetti della storia dell’umanità e degli strumenti che ha utilizzato per continuare a raccontarsi. Un museo spesso è una collezione, ma è in primo luogo un intreccio di storie degli artisti e della comunità che ha voluto le opere; quindi dei committenti, dei donatori, di tutti coloro che sono stati così lungimiranti da immaginare anche un mondo fatto di tanti sentimenti ed emozioni che vengono raccontati attraverso tecniche e materiali molti diversi: strumenti, tecnologie diversi. Un museo è di certo quindi il ruolo della relazione, quelle relazioni che appartengono a ognuno di noi e che instauriamo con l’opera d’arte, con noi stessi, con il mondo che ci circonda e con il percorso che all’interno di un museo si può vivere. L’arte e, quindi, un museo può diventare anche un’occasione straordinaria di benessere, perché favorisce proprio un contatto con il nostro mondo interiore. Un museo, quindi, è di certo una straordinaria opportunità per vivere tante storie e, tra le tante, la nostra storia“
Marinella Paderni, docente di storia dell’arte contemporanea presso l’accademia di belle arti di Bologna, storica dell’arte, critica d’arte e curatrice:
“Il museo rappresenta l’immaginario che l’uomo ha sviluppato nel corso della storia del proprio vivere nel mondo, quindi si vedono sia le cose che ha creato l’immaginario del passato, quello che rappresenta oggi nel presente, e nelle forme, negli oggetti che noi vediamo nelle opere d’arte del museo, possiamo anche vedere l’immaginario che appartiene già all’avvenire. Di solito si pensa che nel museo ci sia solo il passato da vedere, ma in realtà nel museo vediamo anche l’emergere del nuovo.
Il museo a cui sono più legata in assoluto sono gli Uffizi, perché è stato uno dei primi musei che ho visitato da bambina e dove ho sentito che avrei lavorato nel mondo dell’arte.”
Ilaria Del Gaudio, docente di didattica dei linguaggi artistici presso l’accademia di belle arti di Bologna, educatrice museale, mediatrice del patrimonio artistico e culturale:
“Nella contemporaneità il museo deve essere un luogo di incontro. Deve poter essere uno spazio dove poter dialogare e dove poter utilizzare il patrimonio culturale come uno strumento educativo e di coesione sociale, perché del patrimonio puoi discutere e dibattere, quindi costituisce un punto di partenza complesso e ci permette di riflettere sulla nostra stessa complessità sia come individui che come collettività. Il museo ha perciò un ruolo fondamentale in questo importante processo, in quanto è un luogo deputato, non solo alla conservazione, ma anche alla valorizzazione del patrimonio culturale.”
Elisa Morandini, direttrice del Museo Cristiano di Cividale del Friuli
“Oggi posso raccontare quello che io so e ho imparato in università, condividerlo con anche chi non ha potuto frequentarla.
Il mio obbiettivo (come direttrice) è quello di coinvolgere, far sì che la città venga coinvolta e sia consapevole del dono dei nostri avi. Cerco di far apprezzare loro queste opere d’arte, che non sono nate tali. Le opere non sono state realizzate per essere “opere d’arte”, erano dei messaggi. Noi le trasformiamo in “opere d’arte” e io spiego perché lo sono diventate.“
Serena Andreucci, studentessa di Economia e Gestione dell’Arte (Egart) all’università Ca’Foscari di Venezia:
“Il museo deve rendersi conto che ha un ruolo maggiore rispetto a quello del mero preservare. Deve avere un ruolo proattivo, riuscire ad essere un foro. Per cui deve saper proporsi come luogo di dibattito, come stimolo di riflessione (anche sull’attualità). Per esempio, i musei etnografici adesso sono molto importanti perché trattano di integrazione, multiculturalità e preservazione delle singole culture in un mondo globalizzato. Il museo, in casi come questo, funge da base solida da cui sviluppare un confronto.”
Ciò che, tra le tante cose, emerge da queste considerazioni è il ruolo fondamentale dei visitatori nei confronti del museo. Effettivamente, pensateci, senza di noi, senza i fruitori, il museo non esiterebbe. Sono le persone che abitano e animano il museo, e sono anche coloro che danno il riscontro pratico di tutto ciò che realizza chi lavora al suo interno e intorno ad esso.
La parola ai fruitori: cosa ne pensa il Team Afroditelo?
Proprio a nome di tutti i frequentatori e amanti dei musei, abbiamo pensato di scrivere anche noi di Afroditelo alcuni pensieri sull’argomento:
Sara
“L’idea di museo è spesso legato ad un pregiudizio di noia (forse perché siamo rimasti traumatizzati da qualche esperienza durante l’infanzia) e risulta essere quasi una perdita di tempo. Prendendo una citazione di J.K.Rowling e modificandola un po’, però direi che: “Se non ti piace visitare musei, non hai trovato il museo giusto”.
Bisogna anche aggiungere che molto spesso c’è una mancata educazione al museo, cioè non veniamo cresciuti ed educati, appunto, ad apprezzare una galleria o un’esposizione. Per questo sarebbe utile incrementare le gite scolastiche e l’accompagnamento dei bambini per aiutarli così ad avvicinarsi in maniera ludica e divertente al magico mondo dei musei, creando future generazioni più istruite, acculturate e consapevoli.
Una cosa che sto apprezzando durante la mia permanenza a Parigi è proprio la gratuità dei musei. Se hai meno di 26 anni e sei un cittadino dell’UE hai la possibilità di entrare for free in molti musei parigini, tra cui Centro Pompidou, Museo d’Orsay, Museo dell’Orangerie, Museo Picasso, Museo Rodin e l’immancabile Museo del Louvre. In questo modo si ha l’opportunità di vedere, anche più volte, le più grandi opere d’arte e godersi l’esperienza senza timore di spendere soldi, ma apprezzando ogni istante e lasciandosi ispirare dalle bellezze che qui si possono ammirare.“
Francesca
“Entrare in un museo significa lasciarsi abbagliare da opere che sono state create con amore e dedizione per l’arte, da qualcuno che, probabilmente, nemmeno immaginava di diventare famos*. Entrare in un museo significa stupirsi di fronte a delle opere ammirate da centinaia di migliaia di persone, ma provare emozioni personali e soggettive, uniche. Entrare in un museo significa rimanere sbalorditi di fronte a dei dettagli che a molti potrebbero sembrare insignificanti, ma a noi urlano una storia che deve essere ascoltata.
Entrare in un museo significa posizionarsi davanti ad un’opera, guardare l’insieme, e poi i dettagli, leggere la descrizione, e poi osservarla di nuovo, da angolazioni diverse, cercando dettagli nascosti, immaginando storie e arricchendo la descrizione appena letta con pensieri personali.
Entrare in un museo significa ammirare il volto di un personaggio di un’opera, e domandarsi: si tratta di una persona reale o immaginata? Che storia ha dietro? Perché ha questo sguardo? Che cos’ha da raccontare? Che emozioni prova? Che cosa vuole trasmettere: quello che sento io, o qualcosa di diverso? Entrare in un museo significa vivere centinaia di vite insieme, tutte diverse e tutte uguali, tutte legate alla nostra, che avrà un pezzetto di puzzle in più una volta finita questa incredibile esperienza.“
Letizia
“Per me il museo è il luogo dove posso entrare in nuovi mondi, conoscere altre realtà e, in contemporanea, esplorare me stessa“
Martina
“Entrare in un museo mi fa sentire meno sola, perché non solo mi fa entrare in sintonia con gli altri fruitori, ma mi permette di conoscere intimamente le sfaccettature di alcune persone attraverso la loro arte e la loro storia“
Questo articolo ci ha mostrato la complessità del museo, in quanto istituzione e concetto, e come di fatto questo si traduca in tante prospettive diverse, che è l’essenza stessa di questi luoghi, il raccogliere ed esporre visoni differenti e farne emergere altrettante. Le storie che raccontano i musei ci coinvolgono direttamente, parlano per noi e di noi, ci insegnano – e segnano – quindi, hanno il potere di cambiarci.
Siamo curiose di sapere cosa significa per voi “museo” e qual è quello che vi è rimasto nel cuore, fatecelo sapere nei commenti!
-Sveva
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