London(Derry), Irlanda del Nord, metà anni Novanta.

Erin (Saoirse-Monica Jackson), sua cugina Orla (Louisa Harland), le loro amiche Clare (Nicola Coughlan) e Michelle (Jamie-Lee O’Donnell), e il cugino inglese di Michelle, James (Dylan Llewellyn), frequentano una scuola cattolica e vivono la loro adolescenza a Derry.

La serie TV “Derry Girls”, ideata da Lisa McGee e trasmessa per la prima volta su Channel 4 nel 2018, racconta propria la storia e le storie di questi ragazzi. Potremmo definirli dei ragazzi normali, alle prese con i primi amori, la scuola, gli esami, le feste studentesche, le esperienze con l’alcol e la droga, etc. eppure la serie è diventata così famosa anche per il contesto storico nella quale è ambientata.

Le biografie di questo gruppo di amici, infatti, si intrecciano con le vicende storiche che hanno caratterizzato l’Irlanda negli anni Novanta.

La storia dell’Irlanda è una storia particolare, sempre caratterizzata da questa tensione tra cattolicesimo e protestantismo. Gli irlandesi nativi erano inizialmente cattolici, ma a causa del processo di invasione di inglese e scozzesi, il protestantesimo è arrivato anche sull’isola. A partire dalla Seconda guerra mondiale, però, questa tensione inizia a diventare insopportabile, anche se il problema religioso è solamente una scusa per nascondere quello reale di carattere politico e nazionalistico. Dopo il conflitto, infatti, non si riusciva bene a definire cosa fosse l’Irlanda del Nord perché gli Irish Unionist (che erano principalmente protestanti) volevano che l’Irlanda del Nord (NI) rimanesse con il Regno Unito (UK), mentre la minoranza degli Irish Nationalists voleva creare un’Irlanda unita e distaccata dall’UK. A partire dal 1920 la minoranza cattolica viene fortemente attaccata e discriminata dalla classe al potere protestante, fino al 1960 quando i cattolici decidono di organizzare un movimento per i diritti civili, ispirato a quello per i diritti civili delle persone di colore negli USA. Questo movimento, di natura inizialmente pacifica, viene represso con violenza: iniziano così i famosi “The Troubles” (ca. 1968-1998). Le città di Belfast e Derry rappresentano questo conflitto civile, un conflitto tra compaesani e fratelli, caratterizzato da attacchi con bombe, guerriglie per strada, rivolte, proteste di massa, discriminazioni, etc. In questo periodo sono morte circa 3,600 persone e ferite quasi 30,000. È solo nel 1998, con la firma del Good Friday Agreement, che si è arrivati a una soluzione pacifica.

Ecco, dopo questa introduzione del conflitto Irlandese (se state ancora leggendo dopo tutta la parte di storia, beh, complimenti), parliamo della serie TV.

City Hall, Belfast (NI)

“Derry Girls” è una serie con sole due stagioni (per ora) e con pochi episodi da 30 minuti ciascuno. Per i fan di Netflix, in circa tre ore si può iniziare e finire la serie. La colonna sonora è costellata da canzoni anni 90, come “Dreams” dei Cranberries e “Deep” degli East 17, che alleggeriscono anche i momenti più difficili delle puntate.

La cosa affascinante di “Derry Girls”, nonché uno dei motivi per cui è diventata così famosa, è proprio questa strana armonia tra avventure adolescenziali e conflitto civile. Attraverso la storia della protagonista, Erin, e dei suoi amici, Lisa McGee è riuscita a rappresentare un periodo oscuro e complicato per l’Irlanda

Uno dei miei momenti preferiti di questa serie, nonché secondo me uno dei più profondi e stimolanti, si trova nella seconda stagione. I protagonisti, che sono cattolici e frequentano una scuola cattolica, si trovano con un altro istituto di stampo protestante per abbattere i muri dei pregiudizi e cercare di andare oltre al conflitto. Un esercizio che viene richiesto di fare è quello di elencare le somiglianze e le differenze tra cattolici e protestanti. Ci sono due lavagne vuote all’inizio dell’attività. Alla fine, la lavagna delle somiglianze è vuota, mentre quella delle differenze è completamente scritta. La scena è veramente divertente e piacevole perché i ragazzi iniziano ad esclamare ad alta voce tutte le diversità (es. i protestanti sono più ricchi, i cattolici apprezzano le statue, etc.), ma quando il prete mediatore del gioco cerca di spiegare ai giovani che in quella stanza alla fine tutti sono uguali perché ognuno prova emozioni, amore, dolore, etc. cala il silenzio. Okay, sicuramente non ho reso l’idea della scena, quindi vi lascio il link per vederla su YouTube.

Oltre al fantastico accento irlandese e alle scene comiche (e sì, ce ne sono), Derry Girls affronta tematiche complicate in modo veramente delicato e umoristico. Per esempio, si parla anche di omosessualità e di accettazione della diversità (in ogni ambito). Durante la seconda stagione, Clare, una dei protagonisti, trova il coraggio e decide di aprirsi ai suoi amici dicendo di essere lesbica (ricordiamo: sono gli anni Novanta e, se ancora adesso molti vengono discriminati per il semplice motivo di amare una persona dello stesso sesso, in quel periodo l’odio e il razzismo erano estremamente dilaganti) e, dopo momenti di spaesamento e difficoltà, Clare viene accettata e apprezzata.

Derry Girls è un esempio incredibile di come in maniera divertente e rilassata si può studiare e comprendere la storia o ciò che ci circonda. Attraverso gli occhi di questi ragazzi si possono ripercorrere gli stati d’animo, il pensiero, le crisi, la paura, … l’aria che si poteva respirare in Irlanda del nord a partire dagli anni Novanta. Questa serie TV cerca di far capire come vengono trasmessi i pregiudizi, la paura di ciò che non si conosce, la capacità di politici e classi al potere di rendere nemici anche i propri vicini di casa.

Se ancora non siete convinti, andate a vedere gli episodi su Netflix e vedrete che cambierete idea (anche perché tra poco esce la terza stagione, quindi vi dovete preparare).

Concludo con questa foto che rappresenta uno dei murales più famosi di (London)Derry, una città che è stata attraversata da conflitti e morti, ma che grazie alla serie TV “Derry Girls” viene ricordata, con la speranza che gli errori del passato non si ripetano nel futuro e che le persone siano unite dal rispetto reciproco e non divise da religione o altro.

Sara

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