Val di Fiemme scrigno di preziosi appuntamenti letterari: in partenza domani 7 febbraio alle ore 20:30 presso la Sala Frasnelli della Biblioteca di Cavalese la terza edizione di ConTesti, tre serate dedicati al tema dell’esperienza in compagnia di tre autori locali e di tre opere letterarie molto diverse tra loro.
A inaugurare le danze sarà Alfredo Paluselli, scrittore trentino appassionato di viaggi e montagna, già autore di tre libri con Edizioni Dolomiti, piccolissima casa editrice da lui fondata. Dopo il successo di Vento da Nord (2013), Riflessi nelle Dolomiti (2015) e Il diavolo generoso. La storia di Tita Piaz, il diavolo delle Dolomiti (2018), l’autore presenterà Lei e la Montagna, romanzo edito da Bookabook incentrato sulla sua storia d’amore con Melania, nata attraverso uno scambio di mail e forsificatasi durante un periodo passato insieme in montagna.
In occasione di ConTesti 2024: esperienze ho intervistato Alfredo Paluselli: qui sotto il nostro scambio, fonte di spunti preziosi sulla scrittura, sul viaggio, sul suo libro e sul potere della cultura. Buona lettura!
1. Ciao Alfredo, ti va di raccontarci qualcosa di te?
Ciao, sono nato tra queste bellissime montagne con la passione per la scrittura. Con grandi soddisfazioni, oggi sono arrivato a pubblicare il mio quarto libro. Questa volta si tratta di un romanzo: una storia vera che mi ha colpito nel profondo e che volevo raccontare senza pudori. Visto il grande interesse che questa storia sta suscitando, penso di esserci riuscito bene. Ma tengo sempre a mente che in questo viaggio non c’è alcun punto di arrivo definitivo e tutto è sempre in discussione.
2. Sul tuo blog (cuorecielo.com) c’è scritto che hai lavorato come giornalista, ma non è nelle tue corde: qual è il genere che ti mette più a tuo agio? Cosa provi quando scrivi?
Dopo l’esperienza di Lei e la montagna posso dire che il format del romanzo è quello che oggi più mi si addice. Non è sempre stato così: i miei primi tre libri sono infatti due biografie e un almanacco fotografico. Trovo però che un bel romanzo possa davvero essere qualcosa di importante per le vite delle persone, per me è stato così. Del lavoro di giornalista non apprezzavo i tempi ristretti e la natura di cronaca dello scritto. Questo perché a me piace cercare di andare nel profondo, senza scadenze impellenti. Quando scrivo, tento di raggiungere la parte più interiore di me, perché è all’interiorità del lettore che cerco di parlare. È davvero meraviglioso quando questo processo di comunicazione così intima si realizza.
3. Dal tuo blog si evince che hai viaggiato molto: in che modo la tua esperienza di viaggio ti ha influenzato come uomo e come scrittore?
È vero, ho avuto la fortuna di viaggiare molto. Se non l’avessi fatto, sarei probabilmente meno conscio delle grandi diversità del mondo. Ho viaggiato spesso in zone povere e in quei luoghi ho imparato ad apprezzare l’umiltà della gente semplice. L’autenticità tipica delle condizioni a contatto con la natura sono le ambientazioni che più mi piace raccontare. C’è tanto bisogno di essenzialità e leggerezza di questi tempi. Fra le montagne spesso trovo le stesse dinamiche che ho amato in giro per il mondo, anche se traslate nel mondo alpino. Ciò mi offre una visuale interpretativa più ampia.
4. Sarai il protagonista del primo incontro di ConTesti 2024 – Esperienze: cosa ti ha spinto a trasferire su carta l’esperienza autobiografica narrata in “Lei e la Montagna”?
Inizialmente il libro è nato come un grande atto d’amore verso la mia compagna e protagonista del libro: Melania. Lei stava attraversando un momento davvero difficile per via di una grave malattia, e io mi sentivo una nullità di fronte a quel gigantesco problema. Potevo solo scrivere, ed è quello che ho fatto. E più scrivevo, più mi rendevo conto di quanto ciò che stavo raccontando fosse meraviglioso. Quando alcuni amici hanno letto la prima stesura del romanzo, ho avuto la conferma: era una bellissima storia in grado di trascinare il lettore fino all’ultima pagina. E Melania ne era entusiasta. La pubblicazione è stata la conseguenza naturale di tutto ciò.
5. Credi che il processo di scrittura ti abbia fatto scoprire aspetti nuovi o processare passaggi della tua storia d’amore che non avevi realizzato prima?
Sicuramente sì. Ho imparato tanto scrivendo questo libro. La ricerca della semplicità è stato il mantra che mi ha spinto durante la stesura. E quando riesci a togliere tutto il superfluo, allora le cose importanti magicamente affiorano e si illuminano di nuovi riflessi. Dopo la pubblicazione del romanzo, l’amore tra me e Melania è più consapevole e più solido.
6. «Lei e la montagna» è tra i cento romanzi più venduti in Italia: quale credi sia la forza del tuo romanzo?
Il successo del libro è travolgente. Credo che in questi tempi di plastica ci sia tanto bisogno di sincerità e ambientazioni grezze e naturali. Lo stile semplice del romanzo lo rende molto accessibile. Leggendo i commenti dei lettori ho compreso le sensazioni che il libro ha suscitato in loro, e spesso sono emozioni forti e profonde. Tutto ciò per me è una gioia infinita. Grazie davvero per le vostre recensioni, continuate vi prego!
7. Il tuo libro sviscera un binomio interessante: l’amicizia con Melania nasce online, ma si trasforma in amore durante un periodo vissuto insieme in montagna; dal punto di vista personale: come hai vissuto il passaggio nella relazione dalla dimensione virtuale all’esperienza reale?
Sì, la relazione con Melania è nata a distanza, ma poi la grande passione comune per la montagna ci ha unito con vigore. È stato un processo del tutto naturale: quando due persone sono destinate a stare vicine, in un modo o nell’altro ciò si concretizzerà.
8. Da un punto di vista stilistico letterario, invece, che significato attribuisci alla montagna?
La montagna, da un punto di vista letterario, offre continui spunti di naturalezza e semplicità che lasciano affiorare limpidamente gli animi e i sentimenti dei protagonisti coinvolti. Io sono innamorato del lato più umano della montagna. Cerco di esprimere i suoi valori più profondi, augurandomi che non vadano persi nella modernità e nei grandi numeri degli afflussi turistici.
9. Se fosse una videointervista ti chiederei di convincere un lettore a leggere il tuo libro in 30 secondi. Qui ti chiedo di farlo in tre righe.
La forza di «Lei e la montagna» è la sua semplicità. È una storia vera e profonda, ma di facile lettura. A volte ci si emoziona, a volte si sorride. E alla fine si rimane con qualcosa in più.
10. Come vedi il rapporto sempre più complesso tra i giovani e la cultura oggi? Qual è il tuo punto di vista sul binomio giovani/scrittura in un mondo sempre più affollato da Intelligenze Artificiali e tecnologia?
Il mondo sta cambiando molto velocemente. Con grossi pericoli. Se le intelligenze artificiali dovessero sostituire le arti e la creazione culturale umana, allora l’opera di istupidimento sociale sarà completa. Credo però che i giovani siano a caccia di verità. Anche dolorose e taglienti se necessario, ma concrete e sofferte. Chi comunica ha il dovere di combattere per questo. Ed è una sfida ogni giorno più difficile. Che si potrà vincere solo se la cultura riuscirà a rimanere struggente e tormentata.
Se quest’intervista ti ha fatto venire voglia di conoscere meglio Alfredo e la sua poetica, ti invitiamo a leggere il suo blog e a visitare i suoi canali Instagram e Facebook.
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– Martina
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