Da sempre la mitologia greca appassiona il mondo grazie ai personaggi dai nomi stravaganti, agli intrecci tra le storie d’amore e tradimento, molte volte di gran lunga più avvincenti delle soap opera a cui siamo abituati.
In particolare, se si parla di epica l’Iliade di Omero credo sia un poema estremamente ricco di elementi che ricordano il nostro modo di vivere, anche se ambientato in un’epoca ben lontana dalla nostra.
Ciò che mi fa amare l’Iliade più di altri poemi credo sia la trama su cui si svolgono le vicende narrate da Omero, ma inconsapevolmente ritengo che il mio apprezzamento sia stato influenzato in primis da un prodotto ben riuscito all’industria cinematografica: sto parlando del film Troy, una produzione che ho visto per la prima volta quando avevo tredici anni.
Cosa mi si materializza nella mente quando ripenso a Troy? Senza dubbio il volto di Brad Pitt, reazione che credo accomuni la maggioranza delle persone.
Il personaggio di Achille è così ben calato dietro quell’armatura luccicante e quegli occhi da sciupafemmine che viene da credere che Brad Pitt, come Achille, abbia veramente qualcosa di divino che gli scorre nelle vene.
Le vicende narrate attorno al personaggio di Achille in Troy si svolgono proprio come il grande pubblico sognerebbe: questo eroico uomo dal fascino incomparabile si innamora di Briseide, una bellissima ragazza, che è anche la sua schiava: cosa c’è di più romantico e – permettetemi – di più scontato?
E se al di là dell’immaginario comune l’eroe Achille fosse stato un uomo del tutto diverso? Se avesse snobbato tutte le fanciulle che cadevano ai suoi piedi e si fosse invece invaghito di un uomo?
Questa è la visione anticonformista che propone Madeline Miller nel suo romanzo La canzone di Achille, un libro che è anche un inno all’inclusione e all’amore.
Al centro delle vicende raccontate nel romanzo troviamo la figura di Patroclo, giovane in esilio a Ftia, città natale di Achille, che diventerà dapprima amico fidato del principe Achille e più tardi compagno e amante.
Per la prima volta non è la storia tra il principe Paride e Elena, moglie di Menelao, a stare al centro delle vicende: l’attenzione si sposta su questi due giovani uomini e sulle loro vite al di fuori del campo di battaglia, mostrando così una chiave di lettura del tutto nuova.
Questo romanzo suscita una riflessione di enorme interesse: la rivalutazione della trama che ci è stata insegnata a scuola e di un personaggio, Achille, che per secoli è stato comunemente descritto con mascolinità e arroganza. L’interpretazione di Miller racchiude una sottile genialità: stravolge l’immaginario comune, porta in luce il tema dell’omosessualità, connette la lotta sociale ai diritti umani che la nostra società combatte ogni giorno con un personaggio storico e iconico.
Dimenticate l’eroe Achille semi-dio e amante della guerra che il mondo del cinema vi ha sottoposto con la figura di Brad Pitt: in questo libro si parla di molto più che della guerra di Troia.
Si parla di crescita e amicizia, si normalizza una meravigliosa storia d’amore (leggete La canzone di Achille e ne avrete la prova) tra due ragazzi che forse, una volta, si sono amati veramente. Soprattutto, viene dimostrato che l’amore può superare ogni cosa, la morte in questo romanzo, come il giudizio altrui nella nostra società.
Beatrice
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