Non sapevo cosa leggere. Che pessimo modo per iniziare un articolo. Però non posso farci niente se la mia esperienza con Pane e tempesta di Stefano Benni è iniziata così. Lasciate che ve lo racconti meglio.

A volte capita di avere voglia di leggere, ma non avere niente. Ecco, questo mi è successo durante le ultime vacanze: avevo un libro bellissimo (Il racconto dell’ancella, vi dice qualcosa?) e, inevitabilmente, lo ho divorato. Questo è stato l’errore perché poi, appunto, sono rimasta senza libri. Cosa avrei mai potuto fare sulla spiaggia senza libri? Niente.

Ho cercato una libreria, mi ci sono ficcata dentro e ho iniziato a girare di qua e di là in cerca di ispirazione. Inutile dirlo, ma non ha funzionato. Avevo quasi perso le speranze quando mi è venuta un’idea: mi serve un colore! Ho guardato il mio ragazzo e gli ho chiesto di dirmi un colore. “Arancione” ha risposto lui. Così è iniziata la ricerca di un libro dalla copertina arancione. Non importava quale fosse, doveva solamente avere la copertina arancione (e, possibilmente, essere breve e di narrativa).

Trovato! Pane e tempesta (2009) dell’autore bolognese Stefano Benni. “Ci sto!” ho detto.


“Pane e tempesta” insegna che siamo tutti cittadini di Montelfo

Quindi la domanda ora sorge spontanea: mi è piaciuto o no questo libro?. Andiamo per gradi.

Devo dire la verità: avevo bisogno di qualcosa di questo tipo. Un libro leggero, simpatico e, soprattutto, molto molto variegato. La storia raccontata non è una, ma sono molte. In sostanza sono dei racconti brevi che si uniscono e compongono un unico grande racconto. Ecco, già questa costituisce una differenza con i libri che leggo normalmente di solito. È stato interessante mettersi alla prova con una narrazione di questo tipo. Alcune delle storie raccontate rimangono così impresse tanto da sembrare le scene di un film, dal divertentissimo Il cane più intelligente del mondo, che narra le gesta di Fen il Fenomeno, al toccantissimo Storia di Grandocca, che parla di come un uomo-gufo si è innamorato di una radiolina.

È stato stimolante inoltre perdersi nella lettura di un libro appartenente a un genere così distante da quello che solitamente mi appassiona (personalmente sono super fan della letteratura distopica – potete solo immaginare come può essere passare da un libro come Il racconto dell’ancella a un libro comico dai tratti fantasy e, a volte, sboccato).

Il racconto si svolge a Montelfo, “il paese più magico e fantastico del mondo”. Effettivamente è proprio così: è proprio magico e lo sono anche i suoi abitanti.
Più leggevo e più mi rendevo conto che, in fin dei conti, siamo tutti cittadini di questo paese immaginario. Tutti noi potremmo essere abitanti di Montelfo, conoscere un Nonno Stregone, una Frida Fon o una Mannara e passare le giornate (o almeno fare visita una volta ogni tanto) a un Bar Sport. È difficile spiegare bene cosa intendo, ma vi assicuro che è così.

Quindi, mi è piaciuto questo libro? Sì. Direi di sì. È sicuramente stata una lettura interessante da fare e ancora più interessante è stato provare a comprare questo libro senza saperne assolutamente nulla: non l’ho scelto, mi è capitato.

Per darvi un’idea di com’è stato leggerlo, vi lascio qui sotto un video di Feltrinelli Editore con delle animazioni super simpatiche (anche questo l’ho trovato per caso e sarebbe un peccato non condividerlo):

© Feltrinelli Editore, 29 settembre 2009

Libro al buio: un altro consiglio 🍦

Questo è stato solo il primo dei libri al buio che ho deciso che leggerò. Noi di Afroditelo abbiamo pensato ad alcune piccole attività che vogliamo condividere con voi per aiutarvi a trovare il vostro “libro al buio”. Vi invitiamo a Libri e gelati sotto le stelle – il mercatino del libro usato. Qui troverete alcuni consigli e alcuni veri e propri “libri al buio” 📚

Tutte le informazioni necessarie sono disponibili a questo link: premi qui 🔗

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