Se siete in cerca di libri che vi lascino un segno, Grande Meraviglia (2023) è uno dei titoli che dovreste tenere in considerazione. Ambientata a Napoli tra i nostri giorni e quelli turbolenti della fine degli anni ’60 e ’70, l’avvincente storia nata dalla penna di Viola Ardone è l’ultimo libro pubblicato da Einaudi.
Versatevi un po’ di té nella vostra tazza preferita e state comodi mentre vi spiego di che cosa parla il libro e perché sia davvero una grande meraviglia.
Il mezzomondo è la casa dei matti
Grande Meraviglia tratta della vita di Elba, una donna nata e cresciuta al Fascione, un ospedale psichiatrico dove sua madre, originaria della Germania Est, era entrata quando ancora era incinta per volere del marito che l’aveva scoperta infedele. In effetti, per la legge 36 del 1904 chiunque risultasse “pericoloso a sé o agli altri” o “di pubblico scandalo” e non potesse essere appropriatamente “custodito” o “curato” dalla famiglia, poteva essere portato nei manicomi la cui funzione andava ben oltre la cura della psiche, e costituiva di fatto una società alternativa per emarginati dalla società – un ghetto, un mezzomondo.
A Elba in quel suo mondo non mancava niente, nonostante esso fosse confinato impermeabilmente dai cancelli del Fascione. A prendersi cura di lei e a c’era la sua Mutti, che con tanto affetto e amore si inventava storie e giochi per rendere serena l’infanzia di una bambina in un luogo pieno di sofferenza, tra pillole, flebo, camicie di forza ed elettroshock. Elba cresce con grande sensibilità e senza paura della “pazzaria”, anzi sviluppa una precoce conoscenza delle malattie, che riconosce d’istinto e segna nel proprio Diario dei malanni di mente le patologie degli altri pazienti, come se fosse lei il medico.
I dottori, però, ritengono che Elba abbia il diritto di vivere la vita di tutti i bambini, lontano dagli ambienti asettici di un ospedale; Elba deve andare a scuola, giocare e farsi degli amici. Non può e non deve stare in mezzo ai matti. Per questo viene mandata dalle suore, anche se questo significa separala dalla madre. Da quel momento in poi tante cose cambiano ed Elba dovrà affrontare tante vicissitudini che metteranno a dura prova la sua forza e vitalità, dovrà trovare il modo per far pace con delle ingiustizie e imparare a destreggiarsi nel mondo libero, quello fuori dal Fascione. Non sarà sola, ma la guiderà il “suo dottorino”, l’ultimo arrivato in quella “casa di matti”, proprio colui che aveva portato la rivoluzione basagliana piena di umanità in quel luogo tanto freddo. Per Elba il dottorino sarà più di un amico e più di una guida, e altrettanto importante sarà Elba nella vita del dottorino.
Il libro in un aggettivo: Sorprendente
Il libro è sorprendente per diversi motivi: il primo è che la narrazione è intercalata perfettamente nel contesto storico in cui è ambientata; in particolare, rievoca accuratamente l’atmosfera di intenso attivismo che ha portato alla promulgazione della “legge Basaglia” (legge 180 del 1978), attraverso la quale è stata imposta la riforma del servizio sanitario che prevedeva la chiusura di gran parte dei manicomi -sostituiti con i centri di igiene mentale- e la fine alle pratiche disumane impiegate fino ad allora negli ospedali psichiatrici.
Il secondo motivo, ruota attorno allo stile della narrazione che è innestata sull’uso di flashback ordinati, dove gli eventi risultano chiari e non ci si perde. La storia si dischiude piacevolmente poco alla volta, con un registro e un ritmo che ti tengono incollati alle pagine; a quest’effetto collaterale contribuisce anche il sarcasmo dosato con superbo equilibrio che alleggerisce il sapore malinconico delle vicissitudini.
Va altresì rimarcata la notevole capacità dell’autrice di raffigurare non personaggi, ma persone vere: esseri umani belli nella loro imperfezione – ingenui e scaltri, superficiali e profondi, menefreghisti e seriosi – racchiusi un caleidoscopio di umanità.
Ci sarebbero altri motivi per cui, secondo me, Grande Meraviglia è sorprendente, ma mi devo limitare per non cadere in spoiler e non rubarvi altro preziosissimo tempo. Vi assicuro però che è un libro che merita la corsa in libreria o nella vostra biblioteca di fiducia. Occhio però a eventuali effetti collaterali: oltre alla forte dipendenza di cui vi ho già parlato – vi ritroverete a promettervi di leggere ancora “solo una pagina” – sarete altamente esposti al rischio di copiose lacrime agli occhi.
-AK
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