Ciao! Oggi voglio raccontarvi di un viaggio che parte dai reparti pediatrici degli ospedali e arriva fino ai luoghi più disperati della terra. Ma rallentiamo con gli spoiler, dobbiamo stare tranquill*, perché Pietro Morello ha un piano!
Ma di chi stiamo parlando? Di un ragazzo che dedica la sua vita alle sue passioni, la musica e i bambini, che si uniscono in moltissimi progetti di volontariato che porta avanti.
Andiamo con ordine. La sua fama è iniziata in particolare con tiktok, dove pubblica video in cui suona o parla di musica. I video che riscontrano più successo sono quelli in cui Pietro viene sfidato a suonare degli oggetti inusuali, per esempio una scala. Esatto, avete capito bene, non stiamo parlando di una scala di do!
Dietro a questi video, come lui stesso racconta, c’è di più. Infatti, durante le missioni umanitarie, Morello porta la musica ai bambini che vivono nelle aree più sfortunate del mondo, ma, naturalmente, non ha a disposizione degli strumenti musicali. Sono stati proprio i bambini a dargli l’idea di usare degli oggetti trovati in discarica, idea che ha avuto grande successo e ha permesso a Pietro di farsi conoscere, e di far conoscere i suoi progetti.
Oltre che nelle missioni umanitarie, la musica e i bambini si uniscono anche nella quotidianità degli ospedali pediatrici. Morello porta la sua chitarra, si siede, canta e suona insieme ai bambini, chiede loro degli autografi per decorare la chitarra, e parla con loro. Pietro dice che è proprio dai bambini, e dalle loro frasi, che impara la felicità. Durante l’intervista a “La Stampa“, Pietro dà la sua visione di felicità:
La felicità esiste solo se la si condivide,
questo è il mio piano.
Pietro morello
Afferma che il diritto all’infanzia copre più ambiti: dal gioco, allo studio, alla musica, alla scoperta. È fermamente convinto che i bambini che possono essere bambini, poi saranno degli adulti migliori.
Sono sicuro che il diritto all’infanzia crei una società migliore.
Su questo sono categorico.
Pietro morello
Pietro conclude l’intervista con un’affermazione forte e quasi provocatoria. Racconta che a volte gli viene chiesto come mai porta la musica e i giochi all’interno dei reparti oncologici pediatrici e in posti dove i bambini non mangiano due pasti al giorno. A cosa serve? Ecco la sua risposta:
Un bambino che gioca a scacchi è un bambino che gioca a scacchi, punto.
E va bene così, e serve a quello.
pietro morello

Sono tutte affermazioni che rendono chiara la posizione di Pietro: lui ha tanta felicità da dare, la sua felicità è dare felicità agli altri, perché la felicità è tale solo se condivisa.
Pietro racconta tutto questo, dalle missioni alle giornate passate in ospedale, nel suo primo libro, Io ho un piano, uscito a novembre 2022. Confesso, ancora non l’ho letto, ma sono sicura che quando lo comprerò finirò per divorarlo, come faccio con i suoi video e qualsiasi cosa racconti.
Sì, perché Pietro ha la capacità di attaccare allo schermo anche quando parla degli argomenti più scomodi, quelli a cui solitamente non vogliamo pensare, perché “sono distanti da noi”. Lo fa anche attraverso il suo canale youtube, dove, oltre ai suoi video musicali, pubblica anche qualche video sui suoi viaggi tra i bambini. L’ultimo, pubblicato circa un mese fa, lo vede addentrarsi in una miniera d’oro in cui lavorano uomini, donne, anzian* e bambin*, rischiando la vita per una paga misera e sperare di non morire di fame. Nonostante questo, i bambini giocano e ridono. È proprio questo il messaggio che Pietro vuole lanciare ogni giorno: imparare da quei bambini che avrebbero tutto il diritto di essere arrabbiati con la vita, a scegliere la felicità.
Spero di aver suscitato in voi un po’ della curiosità che ho io nel conoscere meglio il piano di Pietro Morello. Fatemi sapere cosa ne pensate!
– Francesca
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