Da grande fan della fotografia (qui trovate un altro mio articolo) volevo parlarvi di una mostra fotografica che inaugurerà il 25 novembre nella galleria WM di Amsterdam, per la precisione, dove sto facendo un tirocinio, dal titolo molto singolare: Bhadralok Building.

Perché vi parlo di quest’esposizione?  Oltre al fatto che per la prima volta mi sono trovata completamente coinvolta nell’allestimento e nell’ideazione curatoriale (cosa che vi auguro di sperimentare almeno una volta perché è super divertente, almeno) mi ha davvero colpito il modo in cui si possano collegare vari mondi con la fotografia. Come, ad esempio, l’antropologia.

Sebastian Rypson, artista di origine polacca, è l’autore di questa co-fondatore del progetto “aNTROPOLOGIST iN aRT” il cui obiettivo è la ricerca e la diffusione dell’antropologia attraverso la curatela di mostre d’arte. La fotografia così diventa uno strumento per indagare, scoprire, raffigurare le molteplici sfumature diverse di comprendere e vivere il mondo.

Perdendosi attraverso Calcutta, Rypson ha cercato di fare un ritratto all’animo sfuggente, caotico e assurdo della città indiana in particolare attraverso l’architettura e le scene di vita quotidiana lungo le strade.

Immagino che il titolo “Bhadralok building” non vi dica assolutamente nulla, come d’altronde a me la prima volta che l’ho sentito.

Perciò, brevissima digressione:

Con il termine Bhadralok ci si riferisce alla nuova classe sociale nata in seguito alla colonizzazione della Compagnia britannica delle Indie nel Bengala nel 1774.

Ben educata, di ceto medio e predominanza Hindu, la classe sociale Bhadralok divenne il riflesso della cultura occidentale in India diffondendone idee, arte, letteratura, cinema, religione e scienza. Tutto questo portò al cosiddetto Rinascimento bengalese.

Il Bhadralok è stato soppiantato con la nascita dei primi movimenti per l’indipendenza dalla colonia britannica, ma a recarne ancora l’impronta della sua esistenza certamente lo è l’architettura: gli edifici di Calcutta, specialmente, per essere un meraviglioso guazzabuglio di tantissimi stili, dall’Art Deco al funzionalismo fino al modernismo tropicale.

Ecco così che la galleria WM di Amsterdam diventerà un microcosmo in cui ci si potrà immergere nella coloratissima Calcutta con tutte le sue strambe forme architettoniche!

Non solo architettura però, le oltre 70 foto all’interno della piccola galleria raccontano anche la dimensione umana di Calcutta e il modo in cui gli abitanti vivono lo spazio pubblico e quello privato. Un anziano che leggere un giornale in una sedia di plastica rossa di fronte ad una strada, ragazzi che giocano, bizzarre grate a forma di renne o donne danzanti, negozi di paan strabordanti di colore e di vita…

E voi come vivete lo spazio pubblico, che significato ha per voi? Quanto di personale mettete nel presentare il luogo dove vivete? 😉

Se la vostra strada si incrocerà con quella di Amsterdam tra il 25 novembre e il 24 dicembre, spero di vedervi là, in galleria!

-Chiara

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