“Cosa vuoi fare da grande?”. Classica domanda su cui devi scrivere un tema alla scuola primaria e, paradossalmente, hai già tutta la vita pianificata in bianco e nero.
Da bambina pensavo che avere 25 anni significasse essere già grande, con una propria vita, una propria famiglia, una carriera già avviata. Eppure, eccomi qua: sto per compiere 26 anni e alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?” ancora non so dare una risposta.
Quando sei un teenager ti preparano all’adolescenza, ti dicono che potrebbe essere un periodo complicato, ma nessuno ti accenna quanto i 20 anni possano essere difficili.
“Before the world became so goddamn heavy
‘Cause no one told me life would be messy
So, so scary in your 20s”
“20S”, BOW ANDERSON
Finita l’università, ho sentito una sensazione di spaesamento, di incertezza mai provata prima. Cosa faccio ora? Ho finito il mio percorso di studi, sono pronta per “diventare un’adulta” e lanciarmi nel mondo del lavoro, ma come? Dove? In cosa?
Per molti mesi ho cercato un lavoro, senza neppure ottenere colloqui, nonostante i tirocini, le certificazioni linguistiche e i buoni risultati accademici. Il precario mercato del lavoro richiede molta esperienza, però non paga per fare esperienza. Mi chiedevo se fossi “abbastanza” per il mondo degli adulti, se veramente tutto il mio impegno conducesse unicamente alla disoccupazione. Allo stesso momento, però, non capivo bene che mestiere volessi intraprendere.
Mi sentivo priva di un obiettivo, in una situazione di totale instabilità e insicurezza, dove l’ansia si presentava sotto forma di un costante peso sul torace.
Per non menzionare poi la sensazione dell’“essere sempre indietro”. Immagina: stai cercando un lavoro, ti guardi attorno e ti accorgi che alcuni coetanei hanno già una carriera avviata, alcuni si sposano, altri hanno dei figli, e tu ti senti semplicemente “indietro” rispetto a un’ipotetica linea temporale che ti è stata proposta dalla società.
Vorresti avere una casa tutta tua, ma abiti ancora con i tuoi genitori o condividi l’appartamento con altri ragazzi perché non guadagni abbastanza da andare a vivere da solo.
E poi ti piacerebbe trovare un partner, ma le tue storie amorose finiscono sempre (se iniziano) con un break-up, mentre attorno vedi i tuoi coetanei con un partner stabile.
My friends back home stayed in the city
Now they’re engaged talking about babies
And I can’t even get a boy to text me back
What the fuck is up with that? (What the fuck?)
“20S”, BOW ANDERSON
Ho iniziato a parlare con i miei amici di questa sensazione di ansia, spaesamento, insicurezza, senso di essere sempre “indietro” e anche molti di loro sapevano di cosa stessi parlando. Ho ascoltato poi un podcast intitolato “The Psychology of your 20s”, specialmente l’episodio “180. Your 20s are NOT your best years“, che mi ha effettivamente capire che è normale sentirsi così durante i 20 anni: quelli che dovrebbero essere gli anni “migliori della nostra vita” sono in realtà un mare di incertezza in cui spesso ti senti affondare.
Un mia cara amica, Anna, ha scritto un bel messaggio proprio su questa tematica e ci tengo a condividerlo con voi: “Secondo me nessuno ti preparare veramente all’età dai (circa) 25 anni in poi. (…) Secondo me la cosa più importante di questa fase della vita sono gli amici: insieme si cerca di affrontare questa grandissima incertezza che ci riserva la vita al di fuori delle aule universitarie e di sentirsi più a casa in questa città lontana da casa. Un po’ come nella famosissima sitcom americana “Friends”, negli anni 20 i tuoi amici diventano la tua famiglia”
Ecco, se anche tu ti trovi in questa situazione e/o stato emotivo, tranquill*: non sei da sol*.
E sì, vivere i 20 anni non è così facile come ti dicono.
Però sto capendo che per trovare la mia strada, devo semplicemente iniziare a camminare e intraprendere nuove esperienze. D’altro canto è vero: se non ti butti e non provi, non lo saprai mai. E se sbaglio, pazienza, i 20 anni sono un continuo errore dietro l’altro, ma è normale, come è normale sentirsi così incredibilmente e immensamente persi.
Strumenti culturali per sopravvivere ai tuoi 20 anni
E se come me vi sentite dei 20enni spaesati, vi lascio alcuni consigli di canzoni e podcast che mi stanno aiutando in questo momento di incertezza.
Bow Anderson, “20s”
Brent Morgan, “Gonna Be Okay”
SZA, “20 Something”
Tori Kelly, “Daydream”
Frankie Bird, “Twenty Nothing”
Tom Petty and The Heartbreakers, “Learning to Fly”
– Sara
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